CURRICOLO VERTICALE D’ISTITUTO

Presentazione

Il Curricolo Verticale è essenziale, progressivo e sviluppato su percorsi mirati a favorire l’unitarietà dei saperi, secondo una didattica che stimoli i differenti tipi di intelligenza, in un ambiente di apprendimento attento agli aspetti emotivi e relazionali degli alunni. La continuità tra gli ordini di Scuola è resa evidente, disciplina per disciplina, dalla gradualità e, contemporaneamente, dalla ricorsività degli obiettivi, che assumono, nei vari cicli, complessità diverse.

Nel documento si propone, come novità, il curricolo di “Geostoria” per la scuola primaria: “Gli insegnanti potenziano gli intrecci disciplinari (…). In particolare è importante curare le aree di sovrapposizione tra la storia e la geografia in considerazione dell’intima connessione che c’è tra i popoli e le regioni in cui vivono”

(Indicazioni Nazionali per il Curricolo-2012). La proposta nasce dalla necessità di “Non separare un popolo dalla contrada in cui abita”, poiché “La Geostoria è la storia dell’Uomo alle prese con il suo spazio” (Braudel, Storia misura del mondo).

L’alunno competente, in sintesi, si muove tra spazio, tempo e scala, usando strumenti adeguati, formulando interpretazioni e opinioni. Il dialogo fra le discipline è fondamentale per l’acquisizione di abilità via via più complesse, finalizzate allo svolgimento di compiti autentici dove viene richiesta la messa in opera di quanto appreso: “L’apprendimento è tanto più produttivo quanto più gli allievi sono impegnati in attività che prevedono connessioni e intrecci fra le discipline” (Fornara e Sbaragli, Vita S. 2/2016).

Nella costruzione del Curricolo Verticale, strumento flessibile e rimodulabile negli anni, si è tenuto conto, in modo particolare, dell’Atto di Indirizzo emanato dal Dirigente Scolastico e del Rapporto di Autovalutazione. Il miglioramento degli esiti nell’ambito logico-matematico è una delle priorità indicate nei documenti, che va di pari passo con l’innalzamento dei livelli nella comprensione del testo e, quindi, dell’uso corretto e consapevole della lingua italiana: è il legame, strettissimo, tra le competenze linguistiche e matematiche.

Comprendere e interpretare il lessico inerente situazioni problematiche è il primo fondamentale passo che conduce all’adozione di strategie adeguate di risoluzione, utilizzare un lessico appropriato è il veicolo per argomentare in ogni disciplina e organizzare saperi complessi: una “Testa ben fatta” invece di una “Testa ben piena” (Morin)

Una testa ben fatta è una testa atta a organizzare le conoscenze così da evitare la loro sterile accumulazione. E’ molto importante disporre di:

– un’attitudine generale a porre e a trattare problemi;

– principi organizzatori che permettano di collegare i saperi e di dare loro un senso.

La separazione delle discipline rende incapaci di cogliere “ciò che è tessuto insieme”, cioè il “complesso”: non riusciamo a integrare le nostre conoscenze per indirizzare le nostre vite. Questo (…) richiede il libero esercizio della facoltà più diffusa e più viva dell’infanzia e dell’adolescenza, la curiosità, che troppo spesso l’insegnamento spegne…

Edgar Morin – La testa ben fatta

FONDAMENTI TEORICI

 


 

PROTOCOLLI ELABORATI DAI DOCENTI DELL’ISTITUTO

ACCOGLIENZA ED INCLUSIONE

BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI

VALUTAZIONE

CONTINUITA’ E ORIENTAMENTO

PROGETTAZIONE

CURRICOLO EDUCAZIONE CIVICA

Allegati